Verona in moto. La scoperta di una città alternativa. Parte 3

Concludiamo il racconto del week end in moto tra le strade e i locali di Verona con la terza e ultima parte.

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Le campane ci svegliano a festa. È come essere parte di un grande concerto qui, la domenica mattina. Effettivamente non ci si rende conto di quante chiese ci siano a Verona finché non le si sente suonare così, all’unisono!
È arrivata la domenica, sì. E con lei anche il nostro ultimo giorno in questa città. Per questo non perdiamo tempo e ci precipitiamo in strada, dove i nostri bolidi ci aspettano, lucidi e freschi per nuove avventure.

Questa mattina la temperatura è più calda, probabilmente perché ci siamo fatti coccolare un po’ più a lungo da cuscino e lenzuola. In un contesto così rilassato è impossibile non lasciarsi viziare, non continuare a sognare anche se di sogni ad occhi aperti ce ne sono ancora molti in serbo per noi. La città si è svegliata già da tempo, le strade sono in tranquillo fermento: persone a piedi, in compagnia del proprio cane o in bicicletta, baciate dalla fresca brezza che ha fatto da sfondo a queste nostre giornate. C’è movimento, ma l’atmosfera rimane sempre piacevolmente tranquilla, imperturbata.
Da Castelvecchio cominciamo il nostro ultimo viaggio in moto prima di tornare a casa. Oggi la nostra meta è il verde panorama delle famose Torricelle. Un luogo che già ci affascina, rinomato com’è per i suoi tornanti e le sue viste mozzafiato sulla città.


Ma sulla strada, poco più in là di Ponte Vittoria, c’è un piccolo locale che ci attira. “Elk Bakery” leggiamo da fuori. Sembra essere proprio quel che ci vuole per un brunch di mezza mattinata, quando non è più tempo per la colazione e il palato richiede a gran voce un po’ di salato. Non facciamo in tempo a guardarci negli occhi che le moto sono parcheggiate, disposte ordinatamente davanti a questa grande gioia per il palato che – già possiamo sentirlo – darà nuova energia alla nostra giornata.

 

ELK BAKERY

Dal primo amore per una carrot cake, a Verona è nata Elk Bakery. “Un’armonica confusione” che fonde bar e ristorante in un mix dal gusto decisamente easy e internazionale, a due passi dal centro. Durante una camminata o come sosta tra vari spostamenti in città, qui si può trovare il profumo di una Californian Bakery dove scegliere tra dolce e salato, da mangiare comodamente su quel delizioso divanetto o da portare con sé verso nuove mete. Cheese cake crude e cotte, bagel da ricetta tradizionale, lobster roll, avocado toast, pancake, smoothies, caffè americani. Quello che non trovi in Italia, lo puoi gustare qui. Una benedizione per chi adora viaggiare, mangiare e sperimentare. Prendete qui un assaggio di mondo, in un salottino che invita al relax, al gusto e soprattutto alla buona compagnia.

Incredibile come nei posti più raccolti si possano scoprire i più grandi gusti e la fresca qualità delle cose fatte in casa. Questo ci fa ripensare a come siamo arrivati a Verona, senza particolari aspettative, ma con un weekend davanti. Ora ci verrebbe da dire “solo” un weekend davanti, perché vediamo quanto questa città può ancora offrirci, come motociclisti in primo luogo, ma in modo particolare come persone.

Grati per tutto quello che abbiamo già vissuto, riprendiamo il comando dei nostri due bolidi e piano piano ci allontaniamo dal centro storico che ci ha rapiti per qualche giorno. Un arrivederci passeggero, per andare alla scoperta di nuovi luoghi e nuove magie sulle Torricelle.
Il sole bacia i nostri volti e si riflette sulle moto. Il caldo comincia a farsi sentire qui in città e i motori ringhiano libertà quando là in fondo cominciamo a vedere una salita e, al di là di essa, qualche stretto tornante. Non ce lo facciamo ripetere due volte: un’accelerata, la prima curva e siamo pronti per essere rapiti dai tornanti.


La strada che porta alle Torricelle lasciandosi alle spalle l’Adige e Ponte Pietra è una benedizione per i motociclisti: una serpentina continua, che affianca le mura della città e qualche apertura qua e là. Con un po’ di curiosità si possono prendere vie alternative, imboccare l’arco che porta a Castel San Pietro e godere una vista completa sulla città. E ci sentiamo fortunati a poterlo fare a bordo delle nostre due ruote: ci sarebbero voluti un bel numero di scalini per raggiungere questo luogo panoramico dal centro storico. Da qui si vedono tutti i campanili di Verona, i tanti ponti che collegano le due rive e – con un po’ di attenzione – anche l’imperiosa Arena.

Ma le colline delle Torricelle non sono solo panorama. Basta inoltrarsi in una delle stradine nascoste sul percorso per essere immersi in un mondo parallelo, dove il tempo si ferma e resta solo la meraviglia. Il ciottolato sotto le nostre ruote, grandi mura ai lati: in salita e in discesa, non sai mai dove porteranno questi percorsi. Ma in fondo, a noi non importa. È un’esperienza così particolare vicino al centro città che non sappiamo rinunciare all’avventura. Sulla moto sentiamo tutti gli anni di questa pavimentazione, tutti i sobbalzi dolcemente ammortizzati che ci fanno davvero sentire parte di questo contesto unico e inesplorato per molti.
Senza tante premeditazioni, arriviamo infine a una strada principale, dove i tornanti tornano a farsi vedere. Ma non per molto.

Siamo già arrivati a una buona altezza e a farci compagnia ora troviamo le quattro torri che danno il nome a questa zona collinare della città. Il nome Torricelle richiama infatti la presenza di queste costruzioni cilindriche create durante il dominio austriaco per la difesa della città. Oggi sono un interessante elemento storico tra questi luoghi così naturali, purtroppo non visitabile ma apprezzabile durante il percorso. Non andiamo ancora molto distante prima di scoprire che qui, al calar della notte, si risveglia un’intensa movida veronese.

Locali, club e ristoranti fanno a gara per chi ha la vista migliore sulla città: un’idea da ricordare per la prossima gita a Verona. Proseguendo, la strada comincia a scendere lungo l’altro versante della collina, di nuovo verso la città. Ma non siamo ancora pronti ad abbandonare tutta questa libertà “a due curve” dal centro. Prendiamo la strada che ci troviamo di fronte e ci avventuriamo verso nuovi sentieri, questa volta ancora più limitati rispetto ai tornanti percorsi fino ad ora. Su due ruote, però, viaggiamo sicuri: la strada è a tratti incerta, ma noi non abbiamo mai viaggiato così leggeri, supportati dal motore delle nostre moto.
Il bello di questi luoghi è che, quando meno te lo aspetti, trovi un posto che non osavi nemmeno immaginare. Grandi viste aperte sulle valli ai nostri piedi, agriturismi dispersi in mezzo al verde e anche un piccolo ristoro per motociclisti. A questa Verona non manca proprio niente.

Il sole comincia a farci segno che la giornata sta andando verso il termine, con quei colori che piano piano dall’arancione passano al rosso. Non siamo ancora al tramonto, ma in questo contesto di pace e totale libertà sentiamo il bisogno di fermarci e dare il nostro personale saluto a questa città. Da qui, Verona è una grande distesa colorata, come una coperta ai nostri piedi. Vediamo l’Adige abbracciare il centro storico e riconosciamo i percorsi che hanno guidato le nostre esplorazioni urbane. Vediamo in miniatura le piccole avventure che hanno dato forma a questo nostro weekend, con i ricordi che fanno capolino tra una risata e una gran voglia di rimanere.

Ma è da quassù che decidiamo di dare il nostro saluto alla città prima di tornare alle nostre vite. Con qualche chiacchiera rilassata mentre il sole si mette in viaggio e una staccionata a ricordarci che è sempre la semplicità ad essere culla delle migliori sorprese. E tu, Verona, ce l’hai insegnato bene.

Articolo: Martina Vanzo
Shooting: Barbara Rigon