Andrea Pontiroli, Santeria: l’impresa di fare impresa

Andrea Pontiroli - Santeria angolo bar

Andrea Pontiroli è il fondatore e l’anima di due dei locali più conosciuti e amati di Milano, la storica Santeria di via Paladini e la più recente Santeria di viale Toscana. Scopriamo in questo articolo la storia di un successo imprenditoriale e personale.

Se mi chiedessero di pensare ai posti a Milano che trovo rappresentativi della vita locale, in cui star bene d’estate o d’inverno, non ci metterei molto a rispondere, con una lista concisa e convinta. Tra i locali notturni, inserirei senza dubbio uno spazio collocato nella parte sud della città, da vivere soprattutto nei mesi più freddi, visto che è al chiuso, dove si beve bene e l’offerta musicale è a mio gusto di altissimo livello: La Santeria di viale Toscana. Nata nel 2015, a seguito della vittoria di un bando del Comune da parte del team che aveva già dato vita nel 2011 alla Santeria di via Paladini – dall’altro lato della città, verso est e il quartiere Ortica – è un punto di riferimento soprattutto per chi è appassionato di musica, tra concerti, piccole performance, serate e workshop dedicati – ma non solo, visto che in programmazione ci sono anche festival sull’illustrazione, rassegne, laboratori per bambini. Il nome è lo stesso, la matrice anche ma, come per due sorelle nate e pochi anni di distanza che hanno molto in comune, hanno sviluppato diverse attitudini e personalità: una più solare e diurna, e un’altra, viva anche di giorno tra bar e spazi coworking, ma con una vocazione principalmente notturna, fatta di concerti e serate di qualità. Insomma, l’intrattenimento declinato bene – e a un prezzo equo, per essere Milano.

 

Le Santerie devono la propria nascita e successo soprattutto ad Andrea Pontiroli, imprenditore classe 1979, nato a Milano, cresciuto in provincia, rientrato per gli studi, e stabilitosi definitivamente nel 2007 nella città di cui è visibilmente innamorato e che da anni cerca di arricchire e stimolare dal punto di vista culturale. Andrea Pontiroli lavora nell’ambiente dell’intrattenimento musicale da più di vent’anni, prima musicista, poi booker e manager, poi organizzatore, gestore – oltre che amico, cuoco, driver, merchandiser e così via: tutti i ruoli che avrebbe potuto ricoprire li ha incarnati, acquisendo un know-how trasversale. Il primo amore è stata la batteria, in prima superiore: «Quando ho iniziato mi sono detto che avrei fatto le cose seriamente: la comprai, mi feci la saletta in casa, studiavo almeno quattro ore al giorno. Sono arrivato a suonare a livello semi professionistico, ma poi, con il tempo, me ne sono fatto una ragione: ero più bravo a organizzare, che a suonare». E così, con un diploma di perito grafico e una promettente (sul serio) carriera da imbianchino, ha iniziato a occuparsi della parte organizzativa dei concerti.

 

 

«Sono arrivato a suonare a livello semi professionistico, ma poi, con il tempo, me ne sono fatto una ragione: ero più bravo a organizzare, che a suonare». Andrea Pontiroli 

 

Uno stage nel 2003 per l’agenzia di booking che seguiva il suo gruppo, e poi, dopo un anno, le collaborazioni con Arci, Cascina Monluè e altri, per poi fondare l’associazione che ai tempi si chiamava Saphary Deluxe e organizzava concerti e rassegne di qualsiasi tipo, sono state le tappe successive di un percorso coerente. Fino all’apertura dello storico Circolo Magnolia, nel 2005, all’Idroscalo di Milano, tra Linate e le distese di campagna. «Eravamo una quindicina di persone: una volta che mi è stato affidato il progetto ho radunato i miei amici, chi faceva il tecnico, chi era esperto di luci, insomma, chiunque potesse darci una mano, senza che ci fossero un progetto o un business plan, e abbiamo aperto». In mezzo ai “localari” dell’epoca, alle discoteche estive, guadagnandosi la fama dei “comunisti” e impiegando una dose di sana incoscienza.

 

«Non avremmo potuto fare quello che abbiamo fatto se avessimo avuto una coscienza e soprattutto la conoscenza di normative e sicurezza. Non sapevamo da che parte iniziare, ma se Magnolia esiste è proprio perché eravamo incoscienti». Notti passate dormendo tra le zanzare, i primi eventi da duemila persone gestiti in quattro, le risse da affrontare senza buttafuori. «Ogni giorno, grazie alle mailing list, ai flyer e soprattutto al passaparola [ndr. nel 2005 i social media erano in fase di avvio] dovevamo imparare a rispondere a numeri che aumentavano in maniera esagerata: non capivamo come in alcune serate potesse venire così tanta gente. Era imprevedibile, non c’era una regola. Non c’è mai nello spettacolo».

«Non capivamo come in alcune serate potesse venire così tanta gente. Era imprevedibile, non c’era una regola. Non c’è mai nello spettacolo». Andrea Pontiroli 

 

Andrea Pontiroli, che a Magnolia è rimasto fino al 2013, nel 2011 ha fondato anche l’agenzia di booking GodzillaMarket, venduta un paio di anni fa. «Ho cambiato parecchie volte mansione, soprattutto perché quando mi ritengo davvero soddisfatto – raramente – significa che mi sto annoiando. Quando vanno bene le cose vivo nell’idea che stia per capitare una sfiga, e sono teso, e quando poi c’è una sfiga in ballo vivo nell’idea di doverla risolvere». Anche perché, quando sei un imprenditore, sulle tue spalle ci sono molti più rischi e responsabilità. “Ti chiedi sempre se stai facendo tutto nel modo giusto, se ti sei rilassato troppo, se stai mettendo qualcuno a rischio: con l’esperienza l’incoscienza la perdi, e guadagni senso di responsabilità, come mi ha insegnato lungo il mio percorso Alessandra Maculan [ndr. ex organizzatrice di eventi con cui Pontiroli ha lavorato]». La cosa più importante, secondo Pontiroli, sono le persone di cui ci si circonda, e l’esperienza affina anche l’intuito che permette di scegliere quelle giuste, che sanno fare al meglio quanto tu non saresti in grado di fare. «Il fatto di lavorare con persone che hanno conoscenze, attitudini, un modo di pensare diverso dal mio e che mi costringe a un confronto credo sia la cosa che mi ha salvato da errori e scelte scellerate. Con la giusta squadra si possono fare cose grandi, è questo il segreto: credere nella competenza e nel talento, e scegliere sempre i migliori».

 

 

Tra le “cose grandi”, Andrea Pontiroli nel 2011 è stato parte del team del concerto “Libera tutti” del dieci maggio, in piazza Duca d’Aosta, per sostenere la candidatura a sindaco di Pisapia; ha lavorato al grande concerto di Ludovico Einaudi alla prima del festival PianoCityMilano a Parco Sempione nel 2014, per un risultato che io stessa, che c’ero stata, ricordo spettacolare; ha fatto intervistare il Sindaco Beppe Sala dal rapper Marracash. «Sono le cose che più mi hanno gratificato, come quando a Magnolia, prima di tutti, abbiamo installato i pannelli fotovoltaici: insomma, tutte cose che non sembravano possibili». Un po’ come aprire Santeria nel 2011, in una zona che all’epoca non era viva come oggi, offrendo un format che rovesciava la classica idea di locale, in un cortile pieno di tavolini su cui affacciano uffici, spazi co-working, un negozio di dischi, e che chiude alle 10 di sera. Questa esperienza ha aperto ad Andrea Pontiroli e soci la possibilità di rilanciare, raddoppiando Santeria grazie a un bando vinto nel 2014, dopo quattro mesi passati a immaginare il miglior progetto possibile, pronti alla complessa e totale riqualifica degli spazi di viale Toscana. «Dopo le prove tecniche e i carotaggi, venne fuori che la struttura aveva bisogno di interventi molto più massicci e costosi di quelli che avevamo preventivato. Abbiamo dovuto trovare il doppio dei soldi necessari, e non è stato facile».

 

Il primo obiettivo della società e delle 16 persone che ne fanno parte è ancora oggi infatti liberarsi dalla fase finanziaria in cui rispondere ai prestiti. Ma non basta, perché Pontiroli, con il piglio del perfezionista, riconosce che il suo locale può fare ancora molto, dal migliorare la qualità del cibo, al diventare effettivamente sostenibile attraverso la scelta plastic free, fino a trasformare Santeria in un brand, che permetta di sviluppare sotto di sé progetti di diverso tipo, ampliabili in futuro ed esportabili. «La mia ambizione è sempre stata diventare il migliore, non uno dei più bravi. Non si può ambire al secondo posto, credo non avrebbe senso. Vorrei quindi diventassimo il miglior locale al mondo. Se mi chiedi se lo siamo, ti rispondo ‘ampiamente no’, ma stiamo facendo molto. Per esempio vorrei migliorare il budget dedicato a creare un welfare sostenibile, così che lavorare da noi diventasse una cosa ambita». E per Pontiroli non è solo questione di stipendi, quanto di formazione e cura del personale e servizi, da sviluppare in chiave olivettiana. «A livello di idea imprenditoriale il più grande rimane Olivetti: non concordo con alcune sue idee, ma credo avesse una visione pazzesca».

 

Negli ultimi anni Milano è sbocciata e in città c’è stata un’esplosione di locali, complice l’onda lunga di Expo, che ancor prima del 2015 ha dato una grande spinta alla città. «Più ne aprono, più sono contento. Qui si pensa alla competitività in un’altra maniera: come confermano i dati, sono convinto che più una città ospita eventi più ha attrattiva, anche nei confronti degli stranieri; più locali aprono più persone circolano. Tra chi gestisce i locali c’è scambio e confronto. La nuova classe di titolari è molto giovane, veloce, e con staff pieni di ragazzi con un valore fondamentale». Avere uno staff giovane e competente permette di rimanere sempre aggiornati, e questo si riflette per Santeria anche sulla scelta musicale, a cura di una direzione artistica articolata, che seleziona artisti con stili e pubblici diversi, unendo indipendente e mainstream.

 

«Il pubblico musicale si rigenera continuamente, ogni due anni: i diciottenni si comportano diversamente dai ventenni, e così via, e bisogna quindi comunicare a diverse persone. Allargare la programmazione a concerti come quelli di Anastasio, dei Maneskin [ndr. provenienti da X Factor] e di Ultimo [ndr. lanciato da Sanremo], seppur con il contagocce, oltre a dar spazio a fenomeni che se hanno una certa presa per un motivo, ti porta a contatto con il pubblico di domani e dopodomani, che conosciuto il locale magari lo frequenterà. Eliminiamo comunque tantissime proposte: il grande lavoro della direzione artistica di Santeria (affidata a Filippo Cecconi, Diego Montinaro e Teo Segale) è rispondere no, o decidere di tenere chiuso il teatro e aprire solo il bar perché non c’era qualcosa di valido». L’idea di Pontiroli è che per sostenere Santeria non debbano per forza esserci degli eventi, ma piuttosto puntare su una dozzina di attività, tra cui anche scuole di formazione e corsi che permettano a chi le frequenta di avere uno sbocco lavorativo e che sostengano anche il business.

 

Andrea Pontiroli a luglio di quest’anno compirà 40 anni. Gli chiedo come se la stia vivendo, a lui che si veste come un milanese medio tra i 20 e i 45, con le felpe scure e le Gazelle ai piedi, e a cui non è immediatamente facile attribuire un’età. Forse metto il dito nella piaga. «Mi domando spesso se mi sento fuori luogo. Ho sempre mal sopportato l’idea di vedermi a fare il localaro imbolsito, che fa il giovane in mezzo ai giovani. La mia domanda è sempre se mi sto comportando in maniera adeguata all’età che ho. Non vivo benissimo il fatto di dover fare i 40, sono volati e io vorrei ancora fare le cose che facevo 10 anni fa. Fino ai 38 non ci stavo pensando, adesso che ne ho 39 continuo a pensarci. Ho notato che i miei argomenti di discussione sono diventati la scopa elettrica, l’asciugatrice, la vaporella per stirare le camicie. Quindi sì, è un po’ un dito nella piaga». Ma ci sono comunque passioni che non cambiano mai, nonostante gli anni che passano e anche per chi di lavoro si occupa del tempo libero degli altri, per esempio andare allo stadio. «Sono milanista. Mi diverte moltissimo, proprio per il  rito di andare, vedersi prima, bere la birra con gli amici». Pontiroli d’altra parte da bambino sognava di diventare calciatore. Forse la sua dote principale è la coerenza che, unita a capacità di leadership e a un approccio che appare illuminato, sarebbe bello vedere oggi in politica.

 

Pontiroli non ci si vedrebbe. «Mi hanno colpito la cattiveria della gente, le reazioni violente: credo siano questi aspetti a tenere le persone più lontane da quel mondo. Sono abituato a costruire progetti e a renderli attivi e reali in poco tempo, mentre in politica ce ne vuole molto per ottenere un riscontro, e inoltre credo che la politica debba avere alla base una forte cultura e io mi sento profondamente ignorante». Ma per uno che di vite in quarant’anni ne ha già vissute parecchie, c’è sempre tempo.

 


Articolo & Shooting fotografico: Alessandra Lanza

alessandra lanza

Giornalista e fotografa di stanza a Milano. Origini biellesi, studi filosofici in curriculum e un'incontenibile passione per musica, fotografia e viaggi alla scoperta di tutto quello che ancora non conosce.